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in breve il datore di lavoro o l’ente trattiene un importo stabilito dallo stipendio o dalla pensione e la restituisce a chi ha erogato il prestito. Questo tipo di credito non è finalizzato, il che significa che la persona non è tenuta ad indicare o specificare come spenderà i soldi.
Consiste nel poter ottenere un credito il quale verrà solo ed esclusivamente trattenuto dal proprio stipendio quindi dalla busta paga il quale però non potrà superare, come ci dice il nome stesso, un quinto dello stipendio netto mensile.
Con cessione del quinto la parola stessa indica il limite massimo del reddito che mensilmente può essere ceduto o trattenuto da li il valore massimo della rata quindi la rata non può superare il 20% dello stipendio o della pensione.
Per questo tipo di prestito di norma sono previste dalle 2 alle 4 settimane dal momento che viene stipulato il contratto anche se le tempistiche di bonifico del credito precise possono leggermente variare anche a seconda dell’istituto di credito.
Per quanto riguarda la cessione del quinto il cliente che è finanziato da una banca o finanziaria non è obbligato a provvedere di prima persona al pagamento delle rate mensili ma è il datore di lavoro o ente che si occupa di questo.
Nella casistica che il cliente ha effettuato una 60 mesi quindi 5 anni può richiedere la rinegoziazione prima della scadenza dei tre anni solo nel caso che il rinnovo avvenga per la durata di 120 mesi.
La persona che ha contratto una cessione del quinto può richiedere un nuovo finanziamento chiamato prestito con delega che potrà affiancarsi alla rata della cessione.
L’operazione di estinguere anticipatamente bisogna richiederlo alla banca o finanziaria con cui si ha il contratto in corso, si può presentare una raccomandata tradizionale o tramite una pec (posta elettronica certificata).
Il pagamento della prima rata di solito avviene il mese successivo all’erogazione perché il diritto alla
riscossione da parte della banca o della finanziaria che ha erogato matura durante il mese fino all’incasso della rata alla scadenza prefissata.
Il datore di lavoro non può rifiutarsi in quanto la cessione del quinto è un diritto del lavoratore, il rifiuto può esserci solo se la rata è uguale o maggiore al 50% dello stipendio mensile netto del dipendente.
In poche parole se si affronta un cambio di lavoro per dimissioni volontarie, licenziamento o passaggio in un’altra azienda si può gestire con una comunicazione alla finanziaria.
Nella casistica in cui si perde il lavoro per licenziamento se risultano ancora delle rate non pagate viene applicato quanto viene stabilito dalla legge cioè il datore di lavoro o ente di appartenenza deve saldare le rate rimanenti utilizzando il trattamento di fine rapporto (TFR).
Per poter effettuare una richiesta della cessione del quinto basta l’ultima busta paga o il cedolino della pensione un documento d’identità in corso di validità e il codice fiscale..
Bene, Iniziamo....